Transizione 5.0: una guida per gli energy manager
Il Piano Transizione 5.0 emerge come una pietra miliare per le imprese italiane, proponendosi come catalizzatore di innovazione e sostenibilità.
Ecco alcune precisazioni anticipate da Innovationpost:
Retroattività e Criteri di Accesso
Il Piano, con un budget di 6,3 miliardi di euro, si applica retroattivamente per il biennio 2024-2025, includendo investimenti già avviati a inizio 2024. Le aziende possono beneficiare degli incentivi presentando progetti di innovazione che dimostrino un impatto significativo sulla riduzione dei consumi energetici. Questi progetti dovranno essere accompagnati da una documentazione dettagliata che ne attestino l’efficacia.
Calcolo della Riduzione dei Consumi
Il fulcro del Piano Transizione 5.0 è l’incoraggiamento a una maggiore efficienza energetica. Per accedere agli incentivi, le aziende dovranno dimostrare una riduzione dei consumi di almeno il 3% per unità produttiva o del 5% per processo. La misurazione dei risparmi energetici sarà espressa in TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio), con l’obiettivo di contribuire significativamente alla riduzione dei target di CO2 dell’UE.
Documentazione e Certificazione
La gestione documentale rappresenta un aspetto cruciale del Piano, con l’introduzione di una piattaforma dedicata per la presentazione della documentazione necessaria. Tra i documenti richiesti figurano certificazioni ex-ante ed ex-post, comunicazioni ministeriali e perizie asservate, tutte finalizzate a garantire la trasparenza e l’efficacia degli investimenti.
Soggetti Certificatori
Per facilitare l’accesso agli incentivi, il Piano si affiderà a soggetti certificatori già riconosciuti sul mercato, tra cui ESCo certificate secondo la norma UNI CEI 11352, esperti in gestione dell’energia (UNI CEI 11339) e organizzazioni certificate UNI ISO 50001.
Cumulabilità e Mantenimento delle Condizioni
Il Piano Transizione 5.0 si caratterizza per la sua cumulabilità con altre misure agevolative, ad eccezione del Piano Transizione 4.0 e delle agevolazioni ZES. Inoltre, le imprese dovranno dimostrare il mantenimento delle condizioni di risparmio energetico per un periodo definito, mantenendo i beni acquistati per almeno cinque anni.
Formazione e Spese Agevolabili
Il decreto attuativo chiarirà ulteriormente i dettagli relativi alla formazione e alle spese ammissibili. Tuttavia, è già noto che non saranno agevolate le attività formative interne all’impresa, mentre le spese di personale, i costi di esercizio direttamente connessi ai progetti di formazione e le spese generali indirette seguiranno i criteri stabiliti nell’ultima edizione del credito formazione 4.0.
In conclusione, il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità significativa per le aziende italiane di investire in sostenibilità ed efficienza energetica. Gli energy manager giocano un ruolo chiave in questo processo, guidando le imprese verso l’innovazione e la conformità alle nuove normative. Con una gestione attenta della documentazione e un approccio strategico agli investimenti, le aziende possono massimizzare i benefici offerti da questa iniziativa, contribuendo significativamente agli obiettivi di sostenibilità a livello nazionale e comunitario.
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