ZES e Credito Mezzogiorno non cumulabili: il chiarimento
In un recente sviluppo che interessa le imprese situate nelle aree geografiche più svantaggiate d’Italia, l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti cruciali riguardo la non cumulabilità tra il Credito ZES (Zone Economiche Speciali) e il Credito Mezzogiorno.
Questo intervento fornisce una guida essenziale per le aziende che pianificano investimenti significativi nel Sud Italia e nelle aree identificate come ZES.
Un Unico Pacchetto di Incentivi
Le Entrate hanno precisato, con la Risposta n. 94 del 19 aprile, che il Credito ZES non è una misura indipendente, ma rappresenta un’evoluzione e un potenziamento del già esistente Credito Mezzogiorno. Questa specificazione rivela che le due misure fiscali, sebbene simili nella loro finalità di stimolare la crescita economica attraverso l’attrazione di investimenti in aree strategiche, sono in realtà facce della stessa medaglia e quindi non cumulabili.
Dettagli delle Misure
La non cumulabilità è particolarmente significativa per le aziende che hanno già beneficiato del Credito d’Imposta Mezzogiorno al 35% per medie imprese, come specificato nella legge del 28 dicembre 2015, n. 208. Queste aziende non potranno richiedere ulteriori incentivi sotto la bandiera del Credito ZES per gli stessi costi di investimento.
Per gli investimenti realizzati entro il 31 dicembre 2023, il Credito ZES prevede un limite massimo di aiuto di 100 milioni di euro per progetto, esteso anche all’acquisizione di terreni e all’ampliamento di immobili strumentali. Invece, il Credito Mezzogiorno stabilisce limiti di 3 milioni di euro per le piccole imprese, 10 milioni per le medie e 15 milioni per le grandi imprese.
Implicazioni per i Manager Aziendali
Questo chiarimento richiede una riflessione strategica da parte dei dirigenti aziendali, in particolare quelli al timone di operazioni che abbracciano più tipologie e località di investimento. È essenziale comprendere le specificità territoriali e settoriali delle proprie operazioni per massimizzare il beneficio degli incentivi disponibili senza infrangere le regole sulla cumulabilità.
La pianificazione e l’analisi accurata dei requisiti e delle opportunità offerte da queste agevolazioni fiscali sono ora più cruciali che mai. Per le aziende con piani di espansione o ammodernamento nelle regioni designate, la comprensione dettagliata delle regole può significare una differenza sostanziale nel loro ritorno sull’investimento.
Conclusione
La decisione dell’Agenzia delle Entrate serve come un promemoria essenziale che, nell’ambito degli incentivi statali, le opportunità possono essere vaste, ma anche strettamente regolamentate. Per le aziende interessate, rimane prioritario rimanere informati e consultare esperti fiscali per navigare efficacemente queste acque complesse.